Dal sito del Corriere della Sera, una notizia sulle prove fotografiche dei voli della morte con cui i
generali di Buenos Aires si liberavano degli oppositori al regime.
Nella mappa, le coste uruguayane di fronte all'Argentina, punteggiate di zone ombreggiate, che corrispondono alle zone di
ritrovamento dei cadaveri.
Il corpo di una donna morta da venti giorni, il segno delle torture con l’elettricità, le onde che l’hanno trasportata dalle acque al largo di Buenos Aires alle coste dell’Uruguay, e ancora lo smalto alle dita dei piedi.
La prima prova fotografica dei «voli della morte», con i quali la dittatura argentina (1976-83) ha eliminato migliaia di oppositori (si contano 30 mila desaparecidos), riemerge solo adesso dagli archivi della Commissione interamericana per i diritti umani.
E diventa pilastro del mega-processo in corso sui morti all’Esma, la Scuola di meccanica della Marina, ai tempi del regime trasformata in centro clandestino di reclusione.
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